Gli Inganni Degli Evoluzionisti Continuano Con Gli Artropodi Nel Documentario “La Forma Della Vita”
L’episodio “I Conquistatori” del documentario La Forma della Vita riguardava gli artropodi, e suggeriva che queste creature effettuarono la transizione dal mare alla terra, e in seguito formarono una categoria tassonomica separata sviluppando le ali e iniziando a volare. Gli scenari evoluzionisti che sono stati smentiti innumerevoli volte dalla ricerca e dalle scoperte scientifiche sono stati ripetuti con l’accompagnamento di nuove immagini, senza che sia stata presentata alcuna prova che li avvalorasse. Questo articolo svela la propaganda evoluzionista attuata in questo documentario, ed espone brevemente il dilemma che gli artropodi rappresentano per l’evoluzione.
Le Difficoltà degli Evoluzionisti con il Cambriano
L’inizio del filmato parla di esseri viventi che vissero circa 500 milioni di anni fa. Questo periodo, conosciuto come Età Cambriana, fu il momento in cui apparvero all’improvviso gli organismi dotati di strutture fisiche complesse. Questi sono i “phyla”, la categoria fondamentale delle creature viventi. Cosa estremamente interessante, quasi tutti i phyla esistiti sulla Terra apparvero durante il periodo Cambriano. Sono stati identificati solo alcuni phyla antecedenti a questo periodo, mentre è stato stimato, in base ai reperti fossili disponibili, che il numero di phyla apparsi nel Cambriano era vicino ai 100. L’enorme salto nella varietà della vita, in questo momento, fu così grande da essere conosciuto nella letteratura scientifica come l’“Esplosione Cambriana”.
Richard Monastersky, un autore dello staff della rivista ScienceNews, una famosa pubblicazione evoluzionista, fornisce la seguente informazione sull’Esplosione Cambriana:
Mezzo miliardo di anni fa… le forme animali notevolmente complesse che vediamo oggi apparvero improvvisamente. Questo momento, proprio all’inizio del Periodo Cambriano della Terra, circa 550 milioni di anni fa, segna l’esplosione evolutiva che riempì i mari con le prime creature complesse.1
Lo stesso articolo cita anche Jan Bergström, un paleontologo che studia i depositi del primo Cambriano a in Chengjiang, Cina, il quale dice: “La fauna di Chengyiang dimostra che i grandi phyla animali ordierni erano già presenti nel primo Cambriano, e che erano distinti l’uno dall’altro come lo sono oggi.2
Non è mai stato scoperto alcun organismo che gli evoluzionisti possano presentare come un “antenato” degli esseri viventi che apparvero nell’Esplosione Cambriana. Le creature del periodo Cambriano apparvero improvvisamente e con strutture perfette. Questo, naturalmente, dimostra che la creazione fu alla radice dell’Esplosione Cambriana. Lo zoologo inglese Richard Dakins, uno dei più importanti difensori del darwinismo nel mondo, fa la seguente ammissione sugli esseri viventi del Cambriano:
Ad esempio, lo strato delle rocce del Cambriano… è costituito dalle rocce più antiche in cui troviamo la maggior parte dei più grandi gruppi di invertebrati. E troviamo che molti di essi sono in stato avanzato di evoluzione la prima volta in cui appaiono. È come se essi fossero stati semplicemente piantati là, senza alcuna storia evolutiva.3
Un altro aspetto del periodo Cambriano che insidia completamente l’evoluzione è il fatto che il numero di phyla oggi esistente è molto minore di quelli apparsi durante l’“esplosione”. Secondo la teoria dell’evoluzione, deve esserci stato un incremento nel tempo del numero di categorie di esseri viventi. Tuttavia, i reperti fossili registrano una situazione esattamente opposta.
Uno dei più important critici del darwinismo a livello mondiale è il professor Phillip E. Johnson, dell’University of California Berkeley, che dichiara apertamente la contraddizione interna al darinismo rivelata da questa situazione, nelle seguenti parole:
La teoria darwiniana predice un “cono di diversità crescente”, man mano che il primo organismo vivente, o la prima specie animale, si è gradualmente e continuamente diversificato per creare i livelli superiori dell’ordine tassonomico. I reperti fossili animali somigliano di più a questo cono rovesciato, con i phyla presenti all’inizio e in seguito decrescenti.4
Nel documentario non si dice una sola parola su questo argomento. Può esserci una sola ragione per cui un filmato che parla di come gli esseri viventi sono apparsi sulla Terra e poi si sono diffusi debba ignorare questa immane esplosione nel numero di phyla e nella varietà degli esseri viventi. Questa esplosione nel Periodo Cambriano rivela definitivamente che la vita apparve non per caso ma all’improvviso e in forma perfetta – in altre parole, che essa fu creata. I realizzatori del documentario hanno intenzionalmente evitato di toccare l’argomento.
La Maggiore Frode Evoluzionista Riguardante le Antenne e l’Occhio
I trilobiti furono tra i primi animali conosciuti ad avere degli occhi efficienti. Questi avevano molte lenti del cristallino fissate ad angolazioni differenti per registrare il movimento e la luce da direzioni differenti. Questa struttura dell’occhio composto, vecchia di 530 milioni di anni, è una “meraviglia ottica” che funzionava con un doppio sistema di lenti. Questo fatto smentisce completamente l’assunto di Darwin che gli occhi complessi si sono evoluti da occhi “primitivi”. |
Ogni vicolo cieco che l’evoluzione si trova di fronte è ignorato nel documentario. Quando il filmato, che osserva la storia naturale da una prospettiva evoluzionista, parla degli artropodi, ricorre a scenari darwinisti del tutto fantastici per spiegare gli organi perfettamente disegnati nei corpi di questi animali.
Uno di questi organi è l’antenna degli artropodi, che funziona con un sistema nervoso complesso. Ad esempio, le antenne delle aragoste, lunghe da 15 a 30 cm, sono organi in grado di eseguire speciali movimenti di esplorazione nell’acqua, e sono dotati di minuscoli peli sensibili in grado di catturare le sostanze chimiche. L’affermazione presentata per spiegare l’origine di un organo così complesso è lungi dallo spiegare questo disegno multi sfaccettato: “Per aiutarli a guidarli attraverso il loro mondo, gli artropodi svilupparono un pacchetto di sensori di bordo; appendici come le antenne”.
È vero che le antenne rendono più facile la vita degli artropodi. È vero anche che c’è uno scopo alla base del loro progetto. Tuttavia è impossibile che un artropode, a cui manca ogni capacità di ragionamento, si sia posto un obiettivo e abbia progettato e sviluppato un paio di antenne alla luce di quell’obiettivo. Nello stesso modo in cui noi esseri umani non “sviluppiamo” occhi per noi stessi, ma li troviamo pronti quando nasciamo, così gli artropodi non svilupparono le loro antenne, ma le trovarono pronte alla nascita. Ciò perché sia gli occhi che le antenne, e tutti gli altri organi, furono creati. La PBS non accenna a questo fatto, preferendo invece l’affermazione insensata che gli animali svilupparono gli organi da soli.
Un altro organo basato sull’evoluzione, secondo il documentario (anche se non sono fornite prove coerenti della sua origine), è l’occhio. L’occhio contiene delle cellule sensibili alla luce che non si trovano in alcun altro organo del corpo. Il compito di queste cellule è trasformare la luce in energia elettrica e inoltrare quest’ultima al cervello. L’occhio contiene inoltre un sistema di lenti utile a focalizzare la luce.
E tra I Suoi segni c’è la creazione dei cieli e della terra, e degli esseri viventi che Egli ha diffuso in entrambi. Ed Egli ha sempre il potere di radunarli tutti quando vorrà. |
Il trilobite, un artropode del Periodo Cambriano, ha un occhio il cui design infligge al darwinismo un colpo molto grave. Il progetto dell’occhio composto di queste creature ha circa 530 milioni di anni, ed è perfetto esattamente quanto i sistemi visivi dei giorni nostri. Alcuni insetti moderni, come le api e le libellule, possiedono un sistema molto simile.5 Il fatto che un sistema che funziona perfettamente al nostro tempo sia esistito, in forma quasi identica, 530 milioni di anni fa, mina del tutto l’ipotesi darwinista dell’evoluzione dal semplice al complesso.
Inoltre, il complesso progetto dell’occhio include anche la caratteristica della irriducibilità. Perché le lenti e le cellule sensibili alla luce, così come molti altri organi, realizzino con successo il proprio compito, devono esistere in quella precisa forma nello stesso momento. Secondo la logica dell’evoluzione, l’occhio non funzionerà se anche uno solo di questi elementi manca, e quindi si atrofizzerà e sparirà. In breve, le affermazioni del darwinismo sono in contraddizione tra loro.
Tuttavia, il fatto che il progetto dell’occhio è stato creato in modo intelligente è una verità evidente. Il programma cerca di nascondere il fatto che l’origine dell’occhio sia uno dei massimi dilemmi che il Darwinismo si trova di fronte, e fondamentalmente glissa sull’argomento dicendo che gli artropodi hanno sviluppato degli occhi con strutture precise e complesse che hanno permesso loro di percepire le immagini.
Se un giorno qualcuno ti dicesse: “I computer si sono costruiti da soli delle CPU veloci per funzionare meglio” penseresti che questa frase sia molto bizzarra e senza senso. I computer non possono sviluppare i propri sistemi; soltanto gli ingeneri informatici possono farlo. La stessa cosa vale per gli esseri viventi. Gli esseri viventi non possono dotarsi autonomamente di caratteristiche nuove. Ciò è possibile unicamente grazie ad un progetto intelligente. L’unico motivo per cui questo progetto intelligente viene ignorato è la teoria darwinista e la filosofia materialista (ma anche l’ateismo, che sta alla base di entrambe) alle quali sono devoti, in modo davvero cieco, coloro che ignorano il concetto di progetto intelligente.
Il metodo usato per nascondere gli argomenti come quelli legati all’occhio e alle antenne diviene evidente quando si giunge ad estensioni come le chele, con il loro particolare design. Il documentario propone che, con un piccolo salto evolutivo, le zampe si trasformarono in chele in grado di afferrare. Quest’affermazione è davvero ridicola. I progetti della zampa e della chela sono codificati nel DNA. Servono sequenze differenti di DNA per la zampa e la chela. Inoltre, entrambe le sequenze sono basate sull’informazione. È impossibile che questo presunto cambiamento sia avvenuto grazie a delle mutazioni, che gli evoluzionisti tentano di raffigurare come la base dell’evoluzione. Le mutazioni producono effetti dannosi in un organismo, o, nella migliore delle ipotesi, non hanno alcun effetto. Non è possibile che una mutazione casuale aggiunga al DNA l’informazione necessaria ad una zampa e regoli in tal modo il sistema. Di sicuro, questo cambiamento non è mai stato osservato.
In realtà, il documentario è pieno di queste favole evoluzioniste dall’inizio alla fine. Questa affermazione è particolarmente impressionante, dal momento che rivela lo stile ingannevole che domina il filmato: “Il progetto base del corpo dell’artropode, con segmenti e zampe, comprende un incredibile potenziale di adattamento ed evoluzione”.
Questo, come abbiamo già spiegato, equivale a dire che i computer hanno un’incredibile capacità evolutiva. L’unico fatto alla base di questa assurdità è il pregiudizio dei realizzatori del filmato di fronte alla verità che tutti gli esseri viventi sono stati creati.
La Frode degli Evoluzionisti sulla Ragnatela
Le ragnatele tridimensionali hanno una struttura molto più complicate di quelle bidimensionali. È possibile osservare una struttura miracolosa in ogni aspetto della ragnatela. I ragni, come tutte le altre creature, agiscono unicamente secondo l’ispirazione che Dio ha dato loro fin dalla nascita. Questa è l’unica causa delle loro meraviglie architettoniche. |
Un altro importante inganno presente nel documentario riguarda la ragnatela. Si afferma che la ragnatela è apparsa in un secondo momento dell’evoluzione, e questo insieme ad asserzioni infondate secondo cui il desiderio dei ragni di catturare creature volanti può aver influenzato l’origine della ragnatela.
Innanzitutto bisogna chiarire che, come è stato spiegato, i “desideri” degli esseri viventi non possono fare acquisire a questi ultimi nuovi organi o caratteristiche fisiche. Non importa quanto tu e i tuoi discendenti “desideriate” volare, non importa quanto facciate di quel desiderio una parte del vostro essere più recondito: non vi cresceranno mai le ali. Le caratteristiche fisiche degli esseri viventi sono codificati nei loro geni, e nessun “desiderio” può avere effetto su quei geni. Lo stile adottato dal documentario, quando esso ignora questa fondamentale verità, è bizzarro, antiscientifico e fantasioso.
Inoltre, chi esamina attentamente la ragnatela può vedere chiaramente che essa è il frutto di un progetto, non della “evoluzione dovuta al caso”. La ragnatela è una sostanza che gli scienziati che studiano i materiali prendono a modello. A parità di peso, essa è cinque volte più resistente dell’acciaio. La produzione di giubbotti antiproiettili in acciaio è stata resa possibile dall’imitazione della ragnatela. Inoltre, la ragnatela esiste allo stato liquido nel corpo dell’animale, subisce una reazione chimica quando entra a contatto con l’aria e diventa rigida. Il ragno, quindi, è in grado di divorare la propria tela quando lo desidera e di immagazzinarla per farne uso in un momento successivo.
Il modo in cui i ragni tessono le loro ragnatele si basa anch’esso sulle tecniche più intelligenti. Essi usano gli alberi o le piante come sostegni a costruiscono intorno da essi le loro ragnatele. Tessendo collegamenti concentrici che si muovono verso il centro, essi costruiscono una trappola invisibile e anche un nido sicuro per loro stessi.
Il fatto che la ragnatela abbia tutte queste caratteristiche, e che il ragno possieda le caratteristiche ideali per fare uso della ragnatela, è un miracolo – un miracolo che il darwinismo non saprà mai spiegare. Esso, ancora una volta, ci mostra che l’origine della vita è la creazione.
Lo Scenario dello Scorpione che si Sposta dall’Acqua alla Terraferma
Una delle affermazioni del tutto infondate fatte nel documentario “I Conquistatori” riguarda la transizione dall’acqua alla terraferma. Il filmato non presenta alcuna prova sostanziale della transizione, ma cela l’argomento con le usuali tattiche impiegate dagli evoluzionisti. L’unico esempio fornito in questo campo riguarda un organo che si dà per scontato che gli immaginari antenati dello scorpione debbano avere avuto, chiamato l’“ala”, e che permetteva ad essi di respirare sott’acqua. Viene suggerito che, con il tempo, questo organo diventò interno al corpo e acquisì la capacità di ricavare l’ossigeno dall’aria. Tuttavia, non è stato mostrato alcun fossile per avvalorare questa affermazione, e la storia è rimasta al livello di fantasia.
Come tutte le altre spiegazioni evoluzioniste della transizione dall’acqua alla terraferma, nemmeno l’asserzione che riguarda la transizione dello scorpione dall’acqua alla terra ha una base. Quando esaminiamo le enormi differenze anatomiche e fisiologiche tra le creature acquatiche e quelle terrestri possiamo vedere che queste differenze non potrebbero essere scomparse in un processo evolutivo con cambiamenti graduali basati sul caso. |
Conclusione
L’Esplosione Cambriana dimostra che nella storia naturale non ha mai avuto luogo alcun processo simile all’evoluzione. Si può vedere che strutture complesse quali l’occhio e le antenne possiedono un progetto stupefacente che non potrà mai essere spiegato da mutazioni casuali. La ragnatela indica che perfino gli animali minuscoli possiedono un progetto superiore che gli ingegneri cercano di imitare, e dimostra che il progetto in natura è così superiore da non aver mai potuto avvenire per caso.
In breve, la propaganda darwinista non riflette i fatti scientifici. La verità scientifica è che gli artropodi e tutti gli altri milioni di specie viventi sono il prodotto di un progetto intelligente.
Note
1. Richard Monastersky, "Mysteries of the Orient," Discover, April 1993, p. 40.
2. Richard Monastersky, "Mysteries of the Orient," Discover, April 1993, p. 40.
3. Richard Dawkins, The Blind Watchmaker, London: W.W. Norton, 1986, p. 229.
4. Phillip E. Johnson, "Darwin's Rules of Reasoning," Darwinism: Science or Philosophy? by Buell Hearn, Foundation For Thought and Ethics, 1994, p. 12.
5. R.L. Gregory, Eye and Brain: The Physiology of Seeing, Oxford University Press, 1995, p. 31.