Gli Inganni Degli Evoluzionisti Nel Documentario “La Forma Della Vita”
Il primo della serie di documentari dal nome La Forma della Vita, prodotta congiuntamente dalla PBS e dalla National Geographic Society, riguardava l’origine degli animali (i metazoi). le frodi scientifiche contenute in quel documentario, che tentava di descrivere in che modo apparvero gli organismi pluricellulari, sono svelate di seguito.
L’Organizzazione Interna alla Spugna Non Può Essere Spiegata dall’Evoluzione
All’inizio del documentario c’è una storia che racconta come, in qualche modo, le cellule di spugna, che vivevano indipendentemente l’una dall’altra, concertarono tra loro la decisione di vivere insieme. Infatti, in linea con il familiare scenario evoluzionista, il programma disse addirittura che In qualche modo, le cellule svilupparono un linguaggio che consentì ad esse di lavorare insieme”. Il fatto è, però, che questa spiegazione immaginaria – il prodotto del mondo della fantasia degli evoluzionisti – è una totale violazione dei fatti.
L’origine dell’organizzazione nei viventi è una delle domande fondamentali alle quali la teoria dell’evoluzione non potrà mai offrire una spiegazione logica. Non c’è assolutamente alcun motivo per cui delle cellule che possono funzionare in modo indipendente inizino ad agire insieme. Tuttavia, le diverse cellule di tutti gli organismi pluricellulari operano insieme per perseguire uno scopo comune in modo estremamente organizzato. La spugna è un esempio di questa perfetta organizzazione tra cellule.
Nonostante il suo aspetto molto semplice, la spugna, un animale del phylum Porifera, è composta in realtà da cellule straordinariamente complesse. Queste cellule, organizzate in due strati, producono un continuo flusso d’acqua dentro la spugna. Da una parte, il plancton nell’acqua è filtrato e digerito; dall’altra, il materiale di scarto è depositato nel flusso e portato via. In questo modo la spugna funziona come un filtro in una corrente appositamente stabilita.
Le cellule non possono aver adottato da sole il principio della collaborazione. Questo perché nascono già in possesso degli specifici noduli connessori che le legano. Quando le cellule si avvicinano le une alle altre, questi noduli connessori si attaccano l’uno all’altro e si forma una aspetto pluricellulare organizzato. In breve, le cellule di spugna sono state ideate per lavorare in gruppo. Quando sono tutte insieme acquisiscono immediatamente una loro natura, e assumono i compiti propri dello strato specifico in cui si trovano. Con gli enzimi che producono, e con i loro metodi chimici di digestione, le cellule di spugna sono in realtà molto complesse.
Questa organizzazione non si verifica grazie alla loro conoscenza. Le cellule non hanno cervello, sistema nervoso o coscienza. Per questo non può essere che “le cellule inventino un loro linguaggio di comunicazione”. L’affermazione presente nel filmato che “le cellule, in qualche modo, inventarono un linguaggio grazie al quale poterono cooperare” è insensata e irrealistica come dire: “i colori scoprirono in qualche modo un loro linguaggio e produssero la Monna Lisa”. Come tutti i dipinti del mondo, la Monna Lisa fu creata da un artista consapevole. La vita è stata creata nello stesso modo consapevole.
Le cellule di spugna assumono la loro forma, le caratteristiche e le funzioni dal progetto descritto nella sequenza di DNA posta al loro interno. È impossibile che esse inventino qualcosa di nuovo o scrivano in quel DNA nuova informazione che consenta loro di acquisire una nuova funzione. Perciò nemmeno l’esistenza della spugna, descritta dagli evoluzionisti come “la più semplice organizzazione animale”, può essere spiegata da un processo di evoluzione. Come tutti i viventi, le spugne sono prove del fatto della creazione.
Le spugne, che si ritiene abbiano la più semplice organizzazione animale, in realtà sono molto complesse. Esse attirano l’attenzione degli scienziati per la loro insolita organizzazione cellulare (le cellule non formano tessuti come quelli presenti in altri animali), la loro capacità di rigenerare le parti perdute e le loro caratteristiche biochimiche (hanno molti composti ignoti in altri animali). Questo complesso progetto e questa organizzazione perfetta in un organismo apparentemente così semplice qual è la spugna è una prova a sostegno dell’incomparabile creazione di Dio. |
Le Contraddizioni nei Confronti tra DNA Confutano la Teoria dell’Evoluzione
Nella parte conclusiva del documentario si dice che la spugna è l’antenato di tutti gli animali. Questa affermazione si basa su un confronto di talune aree della sequenza del DNA delle specie viventi con le stesse aree nella catena del DNA della spugna. In questo modo, la scoperta di sequenze simili di DNA è considerata dagli evoluzionisti una prove di relazioni ancestrali.
Il fatto è, però, che questa logica è nulla. Il DNA è un linguaggio comune mediante il quale è descritta la vita. Se pensiamo al DNA come a frasi che descrivono il modo in cui una cellula funziona, il DNA è costituito da frasi diverse in cui sono usate parole differenti. Il fatto che si ritrovino le stesse parole è l’inevitabile risultato del fatto che questo linguaggio codificato usi solo quattro lettere. Per dirla in un altro modo, la scoperta di somiglianze nel DNA non dimostra in alcun modo che gli esseri viventi hanno avuto un antenato comune. Questa somiglianza è la prova non di un “antenato comune”, ma di un “progetto comune”. Ogni somiglianza che incontriamo dimostra l’aspetto comune del progetto nei viventi.
D’altra parte, la sola lunghezza del DNA della spugna basta a smentire le aspettative degli evoluzionisti. Il DNA della spugna, presentata come “il primo progenitore degli animali”, è costituito da 1,8 miliardi di coppie di basi (1,80pg). Secondo l’albero genealogico evoluzionista, il DNA della tinca (specie Tinca tinca) dovrebbe essere molto più lungo di questo, mentre in realtà è solo la metà del DNA della spugna, ed è costituito da soli 810 milioni di coppie di basi (0,81pg). Il pollo, descritto come una specie molto più avanzata della spugna nell’albero genealogico evoluzionista, ha anch’esso un DNA più corto, di 1,25 miliardi di coppie di basi (1,25pg).
Come abbiamo visto, i fatti genetici sono del tutto diversi dai presupposti della teoria dell’evoluzione. Come hanno dimostrato le scoperte scientifiche, le specie viventi non si sono evolute l’una dall’altra, ma sono state create separatamente (per ulteriori dettagli sui confronti genetici e sulla teoria dell’evoluzione si veda http://www.harunyahya.com/refuted10.php).
Conclusione
Il progetto perfetto nelle specie viventi smentisce l’idea del processo evolutivo. Gli evoluzionisti non sanno spiegare la comparsa anche di una sola cellula per mezzo dell’evoluzione, quindi non ha senso che tentino di usare l’evoluzione per spiegare l’organizzazione tra quelle cellule. Il caso e gli atomi inconsapevoli non possono produrre un progetto superiore.
Il DNA delle cellule è una descrizione scritta nello stesso linguaggio in tutti i milioni di diverse specie viventi. Il fatto che l’informazione sia scritta nello stesso linguaggio non avvalora l’asserzione che queste specie siano nate casualmente e si siano evolute l’una dall’altra. Al contrario, indica che esse furono create secondo un progetto comune. Questa è un’espressione scientifica del fatto che Dio ha creato tutti gli esseri viventi.